Durante la scorsa battuta di pesca di circa due due settimane fa, alcuni amici mi hanno proposto di andare con loro a pescare i cefali al porto così ho incominciato a prepararmi. Dato che era la prima volta che mi cimentavo coi cefali mi sono informato presso altri pescatori. Dai loro racconti ho scoperto che il cefalo è comunque divertente da da insidiare per la sua astuzia e il suo temperamento combattivo, anche se, a tavola, non rappresenta una prelibatezza. Inoltre mi è stato consigliato di di caricare il mulinello con della lenza molto sottile, per motivi di visibilità. Così ho imbobinato 0,12 con terminale 0,08 ed amo del 15, per una soluzione che potesse essere impercettibile al pesce, pur ben sapendo di correre rischi considerevoli, se mi fossi trovato a dover portare a guadino una cattura importante.
Ho adottato una canna alla bolognese di 5 m con azione media di punta per avere un buon compromesso fra ferrata e flessibilità alla reazione del pesce. Sulla montatura ho usato (sbagliando) un galleggiante affusolato molto leggero di un grammo e spallinato sotto usando una girella con moschettone molto piccola. Immagino che avrei dovuto usare un galleggiante a pera per poter contrastare le piccole correnti che ci sono nel porto e usarlo di grammatura un po’ più alta, almeno di 2 grammi e mezzo. Montarlo così leggero mi ha compromesso sulla precisione del lancio e l’affondamento dell’esca era molto lento. Sotto la piombatura ho messo due terminali, uno di circa 50 centimetri e l’altro più corto dai 4 ai 10 cm Così che il primo pescasse sul fondo e l’altro si staccasse un po’ più a mezz’acqua.
Riguardo l’esca, spulciando in rete e chiedendo ai miei amici più esperti di pesca al cefalo, ho preparato la mia prima pastura per cefali di cui comunico di seguito la ricetta:

Ho usato per un chilo di pastura:
- 400 grammi di pane
- 100 g di farina bianca
- 100 g di pangrattato
- 400 grammi di formaggio suddivisi in
- 300 di pecorino
- 100 di parmigiano
- olio di sarde
- una spolverata di aglio macinato
- un bicchiere di latte.
La preparazione l’ho fatta direttamente sul posto, bagnando il pane con l’acqua di mare e poi , dopo averlo strizzato, l’ho bene impastato con la farina il formaggio e il pangrattato. Poi ho agginto il resto degli ingredienti man mano e ho fatto diventare questa pasta morbida e molto malleabile.

Arrivati sul posto, mi sono scelto un punto che mi piaceva e ho sistemato tutta la mia roba iniziando subito la preparazione della pastura. Per innesco ho usato del “pan bauletto” ma non ne sono stato pienamente soddisfatto per la sua scarsa aderenza all’amo. La prossima volta userò ho del pane casereccio molto più consistente oppure del pane raffermo.
Non mi aspettavo grandi risultati, visto che era la prima volta, tuttavia la pescata non è andata proprio malissimo. E’ arrivata tanta minutaglia (e solo quella) però è stata un’occasione per stare in compagnia di buoni amici e comunque ho avuto modo di verificare almeno l’efficacia della pastura. I cefali non sono mancati all’appello, in quanto dopo la pasturazione si erano radunati tutti davanti a a noi. Sono convinto che il tempo atmosferico ci abbia tradito, perchè ha cominciato a piovere quindi siamo andati via. In definitiva è stata una lezione per la prossima volta. Credo di avere buone speranze e sicuramente non mancherò di condividere successi (speriamo) o fallimenti.