Chi mi conosce sa da sempre quanto sia attaccato al territorio. Ho messo in piedi questo sito da non molto tempo, ma mi è bastato a capire di non essere il solo a rimpiangere le antiche scorribande sul “mio” amatissimo fiume Picentino, quello che segna il confine fra il mio comune di residenza e Salerno. Ricordo le pescate fatte da ragazzo a barbi e triotti alla mitica curva di Sardone e sotto il ponte della mia Pontecagnano , a Campigliano, come a Giffoni e qualche volta anche all’altezza di S.Maria a Vico.

Ricordi legati anche alle gare di pesca del Picentino, al campo Arci di Sardone, le premiazioni al circolo sotto casa, le discussioni davanti al negozio di Caccia e Pesca, e tutte le emozioni di un tempo. Ancora oggi, che non sono più un ragazzino, qualche volta vado alla ricerca delle stesse emozioni facendo un salto a pescare nel “mio fiume”, pur sapendo che non è più lo stesso di quando ero giovanissimo. Anche allora non era più come me lo avevano raccontato i pescatori anziani: anni prima, questi miei mentori scendevano con i piedi nell’acqua a praticare la mia stessa passione in acque limpide e ricche di pesci. Oggi posso solo immaginare queste scene. Forse l’età e le responsabilità che la vita ha portato, non mi permettono di affrontare una giornata di pesca con la stessa freschezza e spensieratezza di allora, così i miei occhi filtrano tutto in negativo, ma una cosa credo di vederla con obiettività: il fiume Picentino è cambiato ed è destinato a peggiorare ancora se non si interviene seriamente.

Il colore dell’acqua spesso a valle è più scuro, i barbi di taglia sono rari, il campo di gara a Sardone non c’è più e neanche le gare. Eppure il fiume col suo carattere torrentizio rappresenterebbe ancora un habitat ideale per le trote. Peccato che di questi tempi se ne vedono poche,eccezion fatta per il tratto dalla Fipsas a monte (Vassi, Giffoni V.P.). Ruolo importante, credo abbia l’inciviltà di alcune (forse troppe) persone che non ci pensano due volte prima di abbandonare rifiuti sulle sponde (nelle foto addirittura nel letto dei fiumi, come se i corsi d’acqua fossero discariche e come se i cassonetti per le strade non ci fossero.
Le condizioni sono poco tutelate. Il flusso, nella stagione estiva viene sfruttato e ridotto fino ad arrivare ai minimi vitali, scarichi di chissà cosa che sarebbero da controllare strettamente e rifiuti di ogni genere sulle sponde. Anche sulla nostra pagina facebook, non una volta, gli amici hanno mostrato cosa succede al fiume e, più volte, ho mostrato anch’io foto di qualche mia cattura con qualche rifiuto, cartaccia o copertone di troppo sullo sfondo. Mi chiedo come mai non abbiamo cura del nostro territorio e delle nostre acque, come mai non abbiamo la cultura della conservazione delle nostre bellezze territoriali. Il problema non riguarda solo il fiume Picentino. Il Tusciano la scorsa estate è stato interamente prosciugato. In località Tavernola di Battipaglia il letto era completamente asciutto. Anche il mare, quando era piccolo, era cristallino e adesso non ha più lo stesso colore. Un litorale degradatissimo, dove chiunque si accinge a visitare le nostre zone non può fare a meno di notare quale perverso morbo non ci permetta di capire che, parte di ciò che dovremmo proteggere, forse è già perduto e se continuiamo a tenere certi comportamenti lo sarà interamente e in modo irreversibile.
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