La leccia amia è un pesce di acqua salata dal corpo abbastanza compresso, lateralmente ricoperto da piccole scaglie dislocate soprattutto sul dorso e sui fianchi. La particolarità di questo pesce è una linea sulla parte laterale del corpo che forma una S e la rende riconoscibile a prima vista. La Pinna anale e quella dorsale sono in linea e la livrea è composta dai fianchi bianco argento e dal dorso verde argenteo. Può arrivare anche a 2 metri di lunghezza per un peso di 50 kg. E’ un pesce pelagico e in età giovanile ha abitudini gregarie.
Riesce a sopportare anche grandi variazioni di salinità. A volte penetra in acque salmastre. Questo pesce è molto diffuso nel Mediterraneo nell’atlantico e sulle coste del Sudafrica. Durante la riproduzione, che avviene tra la primavera e l’estate, si avvicina molto alle coste per deporre le uova e staziona per molto tempo intorno a porti e foci dove trova le sue prede (come cefali aguglie e sugarelli).
By Roberto Pillon [CC BY 3.0], via Wikimedia Commons
La pesca
Pescare la leccia amia, per coloro che praticano spiagge e porti, è semplice per gli esemplari più giovani, perchè sono facilmente ingannabili con la pesca a spinning con artificiale, in particolare quando il mare è molto mosso. Per catturare qualche esemplare di taglia più importante, è opportuno ricercarlo alle imboccature dei porti dei Canali e, dove le spiagge sono molto ampie e profonde, può essere pescato sia a spinning che con il vivo. Siccome durante la buona stagione si avvicinano molto alle spiagge è facilmente catturabile sia dalla riva che da piccole imbarcazioni, non troppo lontane da essa.
Lo spinning alla leccia amia
Lo spinning alla leccia è una delle tecniche molto usate per questo predatore e anche la preda più ambita da tutti i pescatori durante il periodo estivo, perchè i pesci si avvicinano alle coste e sono più facili da insidiare da terra. Ci sono piccoli accorgimenti di cui bisogna tener conto per la buona riuscita di questa pratica ed avere successo nella cattura di questo predatore. Occorre una canna robusta che lancia fino a 90/100 grammi. Questo ci permette ,durante i vigorosi combattimenti che questo pesce regala ai pescatori, di decidere quando è il momento di tirare su la preda e di forzare la mano. Durante il suddetto periodo, la leccia è in frega, quindi avere un combattimento molto lungo significherebbe tirare su un pesce già agonizzante. Una canna di buona tenuta ci permetterà, dopo il secondo o il terzo riguadagno del pesce, di forzare per tirarlo su per i poi rilasciarlo quando è ancora in forza, in modo da salvaguardare le uova che potrebbe contenere. Come filo madre si può usare un trecciato che eviterebbe l’effetto molla e avrebbe una tenuta maggiore, anche se al terminale (munito di moschettone) andrebbe applicato uno spezzone di nylon o fluorocarbon di spessore consistente o di usare una treccia per evitare danneggiamenti da parte dei denti o delle pinne del pesce.
Il mulinello da applicare sarà un mulinello che avrà una capacità di imbobinamento molto elevata, proprio a causa della vivacità del pesce, che effettua delle lunghe corse a pelo d’acqua durante gli spettacolari combattimenti.
Da tenere conto è anche la velocità di imbobinamento, che dovrà essere dal fast al superfast, perché questo pesce ama attaccare le prede che si muovono in velocità.
Durante i lanci è consigliabile alternare recuperi molto veloci con cambiamenti di direzione e momenti di stop dell’esca. Molte volte questo pesce rincorre l’artificiale e sferra attacchi che non vanno subito a buon fine, smettendo di seguire l’esca, dopo il secondo/terzo attacco a vuoto. Per questo mottivo bisogna trasmettere, al nostro artificiale, un movimento che imiti, nel miglior modo possibile, un pesce in difficoltà.
Leccia amia dalla riva col vivo
Un’altra tecnica per insidiare la leccia amia dalla riva è con il vivo. Si usano pesci più piccoli pescati in loco o preparati in precedenza come mormore, aguglie, piccole spigole, cefali etc.. Le canne da utilizzare saranno da surfcasting molto potenti con mulinelli molto grossi di veloce recupero. I pesciolini verranno innescati con il doppio amo sulla testa e sulla coda innescandoli in modo da non intaccare organi vitali, poi saranno rilasciati a prendere il largo. E’ possibile utilizzare come segnalatore un palloncino, per indicare la posizione dell’esca, che sarà scorrevole e si lascia andare il pesce di nuotare fino alla distanza di 30 40 metri dove sarà (ci auguriamo) insidiato da qualche leccia che incontrerà sul suo cammino. E’ possibile anche limitare il movimento dell’esca fissando il terminale in modo che possa scorrere sulla lenza madre di una canna munita di solo piombo, lanciato a 40/50 o più dalla riva (tecnica della teleferica). Per procurare le esche vive si può utilizzare la tecnica qui suggerita, valida per le più piccole lecce stella e per le aguglie.