La penna di pavone

La penna di pavone è un particolare galleggiante di forma sottile e lunga. Pescare le trote a galleggiante è la tecnica di approccio di tutti i pescatori in erba.
La penna di Pavone è un galleggiante alternativo ai galleggianti tradizionali che permette al pescatore di effettuare uno “striscio atipico”. I movimento dell’esca che si ottengono fanno letteralmente impazzire le trote.
La montatura da fare è semplicissima, praticamente uguale a quella fatta con un galleggiante normale, cioè penna, piombo, girella tripla (per evitare attorcigliamenti), terminale e amo.
La cosa importante è usare un piombo unico, a goccia o affusolato, perché la penna di pavone va montata con due gommini e non allacciata direttamente sul monofilo. Questo permette di poterla sganciare in qualsiasi momento per poter praticare la pesca a fondo o con la tremarella.

Piombatura
Personalmente, al posto del tradizionale piombo, uso un ripiego molto più versatile che è il vetrino che, essendo trasparente, è di gran lunga meno visibile dalla trota che insegue l’esca. L’uso del vetrino mi permette anche di evitare l’utilizzo del

salvanodo, perché l’estremità a contatto con la girella è di forma un po’ concava intorno all’ingresso del filo, fungendo essa stessa da salva nodo.
Il recupero
Con l’aiuto della penna di pavone, faremo percorrere alla nostra esca un movimento lineare e altalenante alternando diverse velocità di recupero: durante un recupero lento l’esca rimarrà alla profondità desiderata e avrà una rotazione lineare, mentre in un recupero più veloce avrà un movimento altalenante, perchè l’esca salirà in superficie. Fermando il recupero l’innesco riscenderà alla sua profondità originaria, questo darà all’amo un movimento a onda, molto attirante per le trote e permetterà al pescatore di scandagliare le diverse profondità cambiando i ritmi di recupero ad ogni lancio, fino a trovare quello adatto al comportamento dei pesci in quel momento.